Lessico accademico – Immaginario

La nozione di immaginario ritorna in tutta la riflessione umana come un’idea ossessiva, funzionale alla necessità di sottrarre il pensiero all'occultamento che di essa ha operato il pensiero calcolante

di: Francesco Monico

Ogni comunità ha la tendenza a produrre un proprio linguaggio, soprattutto se è portatore di pratiche peculiari ed evidenti. Il Lessico accademico rappresenta le parole di Accademia Unidee – Fondazione Pistoletto, idee e concetti che fanno parte del nostro fare mondo; Immaginario è una di queste.
La definizione è di Francesco Monico

 

Noi siamo artisti. All’incirca quarantamila anni fa nel continente europeo arrivarono dal vicino oriente dei nuovi esseri umani. Li abbiamo chiamati Cro-Magnons ed erano come noi, con le stesse proporzioni cerebrali, fisiche e le stesse capacità. Ed esattamente come noi hanno subito mostrato una capacità artistica. Il fondamento è l’arte che nasce dalla proiezione sul mondo che circonda l’uomo e la donna, di una immagine mentale.

Questa immagine mentale colora la realtà e la trasfigura nella materia (la ricrea). La base sono i racconti, e i racconti sono storie di avvenimenti che si svolgono secondo una sequenza cronologica, allora l’essere umano moderno è tale all’interno di un sintagma, di una lineare progressività. Questa progressività, iniziata nella caverna si è rivelata essere un formidabile dispositivo di adattamento, una strategia evolutiva che ha regalato un vantaggio naturale sulle altre grandi scimmie.

Di fatto un acceleratore evolutivo che ha permesso di moltiplicare e accelerare le risposte adattive all’ambiente. Un fenomenale strumento per stare al mondo. Ciò è avvenuto utilizzando la narrazione, l’affabulazione all’interno di mondi immaginari che hanno funzionato da simulatori di possibili mondi, preparandoci così ai reali mutamenti del mondo reale.

Tutto questo è l’immaginario. E significa riconoscere come fondamento ultimo “l’Arte”, intesa come capacità di creare forme e figure che non esistevano precedentemente e riconoscere, altresì, nelle istituzioni sociali e in tutti i prodotti del soggetto psichico come dell’individuo sociale, delle creazioni immaginarie.

Possiamo chiamarlo immaginario radicale o homo fictus ma resta che la nozione di immaginario ritorna in tutta la riflessione umana come un’idea ossessiva, funzionale alla necessità di sottrarre il pensiero al disconoscimento/occultamento che di essa ha operato il pensiero calcolante nell’affrontare le tematiche che vertono sulla società, sul mutamento o divenire storico, sul linguaggio, sulla psiche, inconscia e conscia.