È un grande piacere per noi riportare la notizia che il collettivo e studio d’architettura Raumlaborberlin è stato premiato alla 17a mostra di architettura “How will we live together?” della Biennale di Venezia, con il progetto Instances of Urban Practice.
Raumlaborberlin è stato attivo nei nostri programmi di residenza alcuni anni fa con un importante seminario sviluppato in cinque giorni.
Il gruppo, composto da Andrea Hofmann, Axel Timm, Benjamin Foerster-Baldenius, Christof Mayer, Florian Stirnemann, Francesco Apuzzo, Frauke Gerstenberg, Jan Liesegang, Markus Bader è stato premiato dalla giuria formata da Kazuyo Sejima (presidente, Giappone), Sandra Barclay (Perù), Lamia Joreige (Libano), Lesley Lokko (Ghana-Scozia), Luca Molinari (Italia), con la seguente motivazione: “[…] per aver dato vita a due progetti che sono un modello immaginativo di rivitalizzazione civica con un approccio collaborativo stimolante e sostenibile che lavora sulla partecipazione, la rigenerazione e la responsabilità collettiva”.
Raumlaborberlin dedica questo premio a tutte le persone che hanno collaborato con loro in questi anni, proponendo un modo diverso di fare architettura “insieme, possiamo cambiare le cose”. “Rispondiamo alla domanda How will we live together? …Nelle comunità emergenti. Crediamo che l’architettura vada estesa, come disciplina, ai territori delle lotte sociali contemporanee, lavorando collettivamente per creare una città migliore, facendo parte di una comunità in cui si sviluppano proposte per futuri possibili e comuni in dialogo e in risonanza con l’evolversi delle situazioni locali, comprendendo e impegnandosi per la trasformazione urbana […]. Crediamo che gli urban practitioner non debbano rimanere neutrali. Coinvolgendosi, possono diventare una guida nei campi complessi dei futuri possibili.”
Instances of urban practice riguarda lo spostamento della prospettiva in architettura: dall’oggetto costruito alla pratica architettonica, ossia architettura intesa come una serie di azioni che può prendere una posizione a livello sociale lavorando sul processo.
Come esempi di pratica urbana Raumlabor presenta due progetti sviluppati grazie a una rete diversificata di collaboratori: The Floating University and Haus der Statistik.
Entrambi si trovano a Berlino, adiacenti a luoghi eccezionali: Floating University vicino all’ex aeroporto Tempelhof e Haus der Statistik appena fuori Alexanderplatz. Hanno caratteristiche e aspetto fisico molto diversi ma sono entrambi costruiti con la stessa filosofia. Entrambi traggono origine da rivendicazioni e iniziative artistiche, e si sviluppano tramite processi di autorganizzazione e di cooperazione. Sono spazi di apprendimento, per re-imparare un altro modo di fare città, che sia consapevole delle domande pressanti del nostro futuro: il rapporto degli esseri umani con il pianeta e il problema del diritto alla città. Tutto ciò include tanto la cura dei processi dinamici di acquisizione di conoscenze quanto l’evoluzione delle forme spaziali e sociali.
L’installazione in Arsenale mostra due esempi di approcci collaborativi per la creazione di spazi comuni di sperimentazione ed esplorazione di futuri sconosciuti.
Floating University è un luogo accuratamente progettato, dove le architetture create dall’uomo si intrecciano con l’habitat di una moltitudine di altri organismi. Situato in un bacino idrico costituito da acque urbane superficiali e inquinate, è un paradossale paradiso per azioni parallele e comuni, un luogo di continue sorprese e incontri. L’apertura delle strutture stimola la permeazione di idee e le relazioni tra i diversi gruppi, iniziative e quartieri universitari e gli altri abitanti di Berlino. Haus der Statistik è un complesso di uffici della Repubblica Democratica Tedesca degli anni Sessanta, ora trasformato in uno spazio per l’arte, la cultura e la programmazione sociale ed educativa, gestito da una coalizione di persone della società civile. Era il sito per la “scuola del futuro”, il prototipo di una scuola per la pratica spaziale che agisce come forma impegnata all’interno di una situazione in evoluzione. Analizzando più in profondità le modalità collaborative di produzione e scambio di conoscenza, gli architetti si sono concentrati su questioni sull’architettura come forma collettiva. La scuola stessa è concepita come un banco di prova collaborativo con più di 150 partecipanti e 500 visitatori. Entrambi i progetti offrono forme complesse a sostegno delle comunità emergenti per co-creare la città del futuro.
L’Installazione è frutto di una collaborazione con Kulturprojekte Berlin Institut für Auslandsbeziehungen – ifa.
Pubblicato il: 13.09.2021
Articoli, approfondimenti, notizie ed eventi di Accademia Unidee della Fondazione Pistoletto a cura di Marco Liberatore del Gruppo Ippolita